Tu chiedi, Giulia Risponde: blocco da worldbuilding

Consigli, Q&A, Scrittura

Tempo di lettura: 8 minuti 9 secondi

Tu chiedi, Giulia risponde è la nuova rubrica di “posta della mente” per scrittorə in cerca di consigli empatici, onesti e collaudati.

Immagine di Joey Guidone, parte del progetto Being a Writer su Behance

Oggi inauguriamo una nuova rubrica qui sul blog: “Tu chiedi, Giulia risponde”.

Come forse sai una delle cose in cui credo è la solidarietà e la vicinanza tra noi che scriviamo e che abbiamo grandi sogni; a volte vedo molta competizione tossica nel nostro ambiente, una piaga che possiamo debellare supportandoci a vicenda e condividendo le nostre conoscenze con generosità.

Non fraintendermi, anch’io un tempo conservavo gelosamente ciò che avevo imparato; pensavo: “mi sono fatta il culo per studiare questo manuale/seguire questo corso/capire questa cosa da sola, perché dovrei regalare ciò che ho imparato così, senza nulla in cambio?”

Ecco, lascia che me lo dica da sola: avevo una mentalità povera e arida. Non avevo ancora compreso che sì, molte cose si possono apprendere da sola, ma la possibilità di confrontarsi con altre persone che sono nella nostra stessa situazione ci arricchisce in modi che non potremmo mai immaginare in solitudine.

Non avevo ancora compreso che, anche se passo quella conoscenza a un’altra persona, essa non mi viene magicamente estratta; anzi, la soddisfazione e la gioia di aver condiviso qualcosa di così prezioso è immensa. Non avevo ancora capito che questa non è una gara nella quale sono avvantaggiata se nascondo informazioni vitali, tenendole solo per me.

Una mentalità simile mi danneggiava invece che aiutarmi, l’ho capito man mano che provavo con timidezza ad aprire la mia porta a un modo nuovo di vivere la scrittura: un modo comunicativo in cui la generosità e l’empatia fanno da sovrane. Perché, ricordatelo, siamo tuttə solo delle persone che vivono nella loro fantasia e che trascrivono le immagini che si affollano nelle loro menti davanti a una tastiera. Se c’è una lotta, è con noi stessə: ci mettiamo alla prova ogni volta che ci troviamo davanti a una pagina bianca. E avere un po’ di sostegno da persone che quella lotta la conoscono bene non può che essere positivo.

Ora, senza indugi, passiamo alla domanda che apre questa nuova rubrica!

Ciao Giulia, grazie per i tuoi consigli! In questi giorni ho avuto molte idee per pensare all’organizzazione di un mondo magico e ne sono davvero emozionata, il problema è che non riesco ad adattarlo a una trama. Insomma, per una volta che ho carta bianca non mi viene in mente nulla, e quelle poche cose che mi vengono in mente sembrano mal funzionanti. Hai qualche dritta per superare questa sorta di blocco? Non mi era mai capitato prima, è come avere tra le mani qualcosa di bello senza sapere che farne. -Michela @16micb

Innanzitutto grazie di questa domanda, Michela, perché mi dà l’occasione di parlare di due temi importanti:

  1. L’importanza di unire worldbuilding a trama e personaggi
  2. Come far crescere le idee

UNIRE WORLDBUILDING A TRAMA E PERSONAGGI

Ti è mai capitato di leggere un libro ambientato in un mondo favoloso, dettagliato e credibile al punto da volerci vivere (o, almeno, poterlo visitare)…ma al tempo stesso trovare una trama banale o poco appassionante e personaggi piatti e noiosi? Di solito libri del genere non ci lasciano molto se non una frustrazione di fondo, che a volte ci fa pensare “quanto sarebbe stato bello se solo…”.

Il rischio di suscitare reazioni simili nel lettorə è molto alto se si parte da un elemento di worldbuilding come il sistema magico e non si riesce a sviluppare attorno tutto il resto.

Io la vedo così: ci sono tre macro aree importanti quando si vuole scrivere un romanzo, ovvero worldbuilding, trama e personaggi; di solito la frustrazione che ho descritto sopra si trova quando questi tre elementi non sono in equilibrio, ovvero quando una o due di esse sono sacrificate in favore della terza.

Attenzione: non è sempre così. Ci sono dei romanzi validi e meravigliosi che si basano sui personaggi e che presentano un’ambientazione solo abbozzata e una trama non molto significativa. Per riuscire nell’impresa senza frustrare lə lettorə, però, bisogna avere una tecnica invidiabile ed essere l’eccezione che conferma la “regola”.

Un buon obiettivo per il nostro romanzo, quindi, può essere quello di farlo nascere con un equilibrio tra queste macro-aree, e questo si può fare solo legando tutto assieme.

Non importa da dove si parte; in questo caso stiamo partendo da un elemento di worldbuilding, ma potrebbe essere anche da un personaggio o da qualche idea di trama. La cosa importante è cominciare a farci delle domande a riguardo.

Mettiamo che mi sia venuto in mente un sistema magico interessante e che io voglia partire da lì. Mi serve quindi un personaggio che senta gli effetti (diretti o indiretti) di questa magia, e poi dovrò pensare all’azione a cui assisteremo man mano che andiamo avanti con la storia.

Passiamo all’esempio concreto, ovvero come farei io:

Il mondo di Mitol è da sempre preda di tempeste elettriche violentissime che ciclicamente si abbattono sulla terra. In qualche modo la vita è riuscita a prosperare e si è adattata a queste condizioni estreme, reagendo e trovando il modo, attraverso millenni di evoluzione, di prevedere le tempeste e riuscire a domarle in una certa quantità. Tale evoluzione si trova in un gene condiviso solamente da certi individui, che vengono venerati come divinità fin dall’infanzia e che di conseguenza detengono il potere sociale e politico.

Tutto molto bello fin qui, ma senza un personaggio che viva in questo mondo e senza una serie di azioni che porteranno il cambiamento abbiamo solo un diorama che, nonostante possa essere carino da guardare, è vuoto e sterile.

Per il personaggio abbiamo diverse scelte: può essere parte della casta di domatori delle tempeste che scopre che su Mitol si sta per abbattere un uragano elettrico che ha il potenziale di spazzare via la loro civiltà intera (questa è l’opzione forse più scontata); oppure lə nostrə protagonistə ha servito la casta per anni e, stufə di sopportare di essere trattatə come una pezza al piede, decide finalmente di ribellarsi e di sterminare i domatori; può essere qualcunə che ha trovato un modo per domare le tempeste attraverso la scienza, minacciando così lo strapotere della casta.

Queste sono solo alcune delle possibilità, e come vedi sono tutte legate al mondo e al sistema magico. La domanda qui che ho continuato a farmi mentre pensavo a questi tre esempi è: come è influenzata la società di Mitol dalle condizioni particolari di tale ambientazione? E che personaggio sarebbe interessante seguire all’interno di questo mondo? Non una panettiera, magari…o magari anche no, dipende: magari quella panettiera è una domatrice di tempeste incredibile e capendolo i suoi genitori l’hanno nascosta dalla casta per permetterle di vivere la sua vita in modo tranquillo…fino a quando succede qualcosa che rompe la sua quotidianità. Capisci cosa intendo, no?

Infine arriviamo alla trama, ovvero la una sequenza di azioni e di fatti che porteranno a un cambiamento (solo dellə nostrə protagonista, oppure di un gruppo di persone o ancora di tutta la società o tutto il mondo, siamo noi a deciderne la scala).

Ritornando alle tre possibilità che ho elencato, mettiamo che scegliamo lə scienziatə e partiamo da qui: scopre un modo per dominare le tempeste senza bisogno della casta dei domatori. Qual è la posta in gioco? Potenzialmente, la rottura di equilibri politici e sociali centenari che farebbe incazzare parecchie persone. La vita dellə nostrə scienziatə sarebbe, quindi, in pericolo. Basta anche solo questo per dare il via alla vicenda: abbiamo automaticamente la rottura della situazione “neutra” iniziale (se seguiamo le fasi del viaggio dell’eroe questa rottura sarebbe la chiamata e la situazione neutra il mondo ordinario), e abbiamo degli antagonisti (coloro che vogliono, banalmente, opporsi a tutto ciò che la scoperta dellə scienziatə rappresenterebbe).

Boom baow, that’s how you fix that: abbiamo unito worldbuilding, personaggi e trama.

COME FAR CRESCERE LE IDEE

Passiamo ora alla parte più importante della domanda, quella sull’idea. Mi ha colpito in particolare questa frase: “per una volta che ho carta bianca non mi viene in mente nulla”, che secondo me riassume molto bene questo tipo particolare di blocco. È quella resistenza che troviamo quando abbiamo infinite possibilità e restiamo così paralizzatə davanti a tale possibile abbondanza che succede esattamente il contrario, ovvero che non ci viene in mente proprio niente.

Per superare questo tipo di blocco specifico a volte basta fare qualcosa che sembra controproducente (ma non lo è), ovvero mettere dei paletti alla nostra creatività, proprio perché essa lavora al suo meglio all’interno di parametri chiusi; mettiti dei limiti e vedrai che li supererai.

Esempio concreto: ho in mente il mondo di Mitos e il suo sistema magico, ma ho zero idee su possibili personaggi e su trama; in questo caso una buona idea è appunto restringere il campo. Invece di pensare a mille cose contemporaneamente decidiamo di concentrarci solo su di una, per esempio su come il sistema magico influenza la vita di ogni giorno, partendo dal basso, dalle cose che possono sembrare banali: magari scavando ci verrà in mente questa panettiera che in realtà non è una semplice panettiera.

Ho un altro consiglio importante per te: per quanto banale possa sembrare, dai tempo e spazio a questa idea. A volte ci pensiamo senza sosta e ci scervelliamo, stressandoci, mentre stiamo facendo il contrario di ciò che ci servirebbe: lasciare che quell’idea evolva e trovi il suo posto naturalmente. Quindi datti tempo e dei modi per togliere la pressione.

A volte quando sentiamo che un’idea è “quella giusta” pensiamo che tutto il resto debba per forza essere perfetto e altrettanto “giusto”, e senza saperlo ci togliamo il piacere di sperimentare, di trovare strade che non portano a nulla senza pressione. Ma il nucleo di quell’idea resterà lì per te, disponibile, anche se esplorerai sentieri che non sono quelli che valorizzerebbero l’idea al massimo. Quindi sperimenta, percorri strade anche se poi si riveleranno un buco nell’acqua e permetti alla tua idea di crescere ed espandersi proprio grazie a questi tentativi.

Come al solito mi fa un enorme piacere sapere come ti è sembrato questo articolo e se ti è stato utile: fammi sapere la tua opinione con un commento o un messaggio su Instagram!

Spero di averti dato degli spunti interessanti, in bocca al lupo e alla prossima.

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