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Misurare il proprio lavoro è sempre utile; tralasciando il classico metodo di contare le ore di lavoro, che può andare bene solo fino a un certo punto, per noi scrittori ci sono in massima due metodi per misurare il lavoro che abbiamo svolto, ovvero contare le parole o contare i caratteri.

Sì, ma quale dei due dovrei scegliere?
Da quanto ho osservato, contare i caratteri è il metodo forse più diffuso in Italia, anche perché la cosiddetta cartella editoriale, il classico metro di misura dell’editoria, è composta da 1800 battute (o caratteri), spazi compresi. Per intenderci, di solito editor, case editrici e concorsi letterari vi chiederanno la lunghezza del vostro testo in cartelle editoriali, in modo che sia facile capire subito la lunghezza del vostro scritto con un’unità di misura standard.
Pratica più diffusa all’estero, invece, è misurare i testi con il conteggio delle parole: il famoso NaNoWriMo per esempio, ovvero National November Writing Month (novembre mese nazionale della scrittura) è un’iniziativa benefica nata negli Stati Uniti che presto si è estesa a tutto il mondo, persino qui in Italia, e invita i partecipanti a scrivere nel mese di novembre 50000 parole, che sarebbe un romanzo fatto e finito, mantenendo quindi una media di 1667 parole al giorno. Che sia un caso che ho deciso di pubblicare proprio oggi, 2 novembre, questo post?
Io conto le parole invece che i caratteri, ma è una preferenza personale: voi potete scegliere una qualsiasi delle due, ma la cosa importante è che scegliate e monitoriate il vostro progresso, preferibilmente giorno per giorno.

Se state partecipando al NaNoWriMo questo sta già succedendo, ma io vi consiglierei di estendere quest’abitudine alla vostra normale routine di scrittura, anche senza la sfida del mese di novembre!
Per fare tutto ciò è utile creare una specie di registro nel quale annotare le parole o i caratteri scritti giorno per giorno, ed è qualcosa che funziona a più livelli: non solo, infatti, vi sprona a mantenervi costanti e scrivere ogni giorno, ma vi può essere davvero utile nei casi in cui la vostra produttività abbia dei picchi o degli affossamenti per capire cosa li ha causati, magari facendovi le domande giuste.
Ecco le domande da farvi per ragionare sulla vostra produttività e capirvi meglio come scrittori!
Nell’ottobre del 2019 ho condiviso su Instagram, sotto forma di documento in regalo (freebie), un pdf con delle griglie mensili nelle quali annotare i propri progressi e delle domande a riguardo da farsi a fine mese: ve le riporto qui sotto, nel caso vogliate ragionare sulla vostra produttività di questo mese e dei prossimi. Sentitevi liberi di copiarle e incollarle e farle vostre!
1. Qual è stato il giorno più produttivo del mese?
2. Cos’è successo quel giorno che mi ha aiutato?
3. Come posso replicare quello stato d’animo per dare il massimo come quel giorno?
4. Qual è invece stato il giorno meno produttivo?
5. Che cosa mi ha bloccato quel giorno?
6. Se succederà di nuovo, che cosa posso fare per aggirare l’ostacolo?
7. Com’è stato questo mese in generale per me?
8. Cosa voglio fare di diverso il prossimo mese?
Riuscire a rispondere sinceramente a queste domande non solo vi può aiutare a disegnare una precisa panoramica del mese appena passato, ma anche a determinare gli obiettivi del mese successivo per iniziarlo carichi e determinati, pronti ad affrontare qualsiasi sfida.
Quindi, che voi stiate affrontando l’impresa del NaNoWriMo o che siate alla ricerca di un nuovo modo per misurare e capire la vostra produttività, spero che queste informazioni vi siano state utili e in bocca al lupo per i vostri obiettivi!
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Un pensiero su “Conteggio in caratteri o parole? E come ci può essere utile per essere costanti nella scrittura?”