Le mie letture di marzo

Letture

Nel mese di marzo ho terminato sette libri: vediamo quali mi hanno sorpresa in positivo e quali in negativo.

LEGENDA:

Vicino ai titoli utilizzo degli emoji, eccone il significato:

🇬🇧: il libro è stato letto in inglese

🎧: il libro è stato audioletto o ascoltato in audiolibro

🤓: il libro è un lavoro di non fiction: saggio o memoir

💬: indica una graphic novel o fumetto

——————————————————————————————————

🎧 🇬🇧 Sebastian, The queer principles of Kit Webb

“The queer principles od Kit Webb” è stato il primo libro di Sebastian che io abbia mai letto, e posso già dire che non sarà l’ultimo: è stata una lettura di grande intrattenimento, nonostante alcune critiche che le si possono muovere contro. Potrebbe essere anche che questo libro abbia acceso in me una certa passione per i romance queer con ambientazione storica…

Le strade di nobile con la passione per la moda e un ex bandito non proprio pentito ora proprietario di un cafè si incrociano per organizzare un colpo che prevede di derubare un potente aristocratico. Entrambi hanno i loro motivi e l’organizzazione del colpo offre la possibilità di approfondire il loro rapporto…anche in senso biblico.

La lettura, o meglio l’ascolto, è stata una bellissima esperienza, soprattutto grazie alla voce e alle abilità interpretative di Joel Leslie, che è stato fantastico. Per quanto riguarda la storia, pur essendo di che mi ha intrattenuto moltissimo (SO MUCH FUN!!), secondo me presenta alcune problematiche, in primis di ritmo: la stragrande maggioranza della storia è occupata dalla preparazione al colpo, e il colpo stesso si conclude in qualche scena frettolosa, e senza abbastanza imprevisti che possono alzare la posta in gioco. Insomma, tanta (e ben fatta) anticipazione e poi quello che dovrebbe essere l’evento principale è una delusione. Whomp whomp. Stessa cosa per le scene di sesso: l’anticipazione e la tensione tra i due c’è, ed è fatta bene, ma la loro prima volta in particolare è stata deludente e per nulla gratificante. Lo dico? Lo dico: mi è sembrata anche un po’ irrealistica; non vado nei dettagli, altrimenti questa recensione diventa NSFW (insomma, fin troppo piccante).

Nonostante queste criticità mi sono goduta la lettura e la consiglierei, con qualche riserva.

🤓🇬🇧Dashtgard, Bones of belonging

Una collezione di storie autobiografiche, alcune molto brevi, altre più lunghe, scritte con grande empatia ed emozione dalla leader, educatrice e oratrice Dashgard che si focalizza su un approccio compassionevole alla giustizia razziale. Questo libro parla di “belonging”: appartenenza, accettazione, unità, empatia, compassione, e lo fa offrendo uno sguardo aperto e umano sulla vita di Dashgard e la sua esperienza di persona brown.

Ho amato tutto, dai piccoli spezzoni significativi di vita all’analisi puntuale del razzismo fino alle lezioni in empatia e inclusione. Dashgard si mette a nudo raccontando le vittorie, i momenti teneri e quelli sfidanti, la gioia e la difficoltà di vivere in un corpo razzializzato in una società dominata dal suprematismo bianco, e lo fa riuscendo a lasciare una scia di grande speranza. Consiglio assolutamente la lettura, è stata una gioia per il cuore.

Grazie a NetGalley e alla casa editrice per l’opportunità di leggere questo memoir in anteprima.

🎧🇬🇧Jamison, Hillbilly queer

Hillbilly queer è un memoir ed è anche una storia di conflitti intergenerazionali e di opposti, e di tentativi di appianare le loro differenze: padre, figlio; hillbilly (che potrebbe essere tradotto con “campagnolo”, spesso con accezione peggiorativa, che indica una persona rozza e ignorante) e queer (persona che appartiene alla comunità lgntqia+); repubblicano, democratico.

L’autore ci porta in un viaggio che ha fatto con il padre percorrendo luoghi della sua memoria, e nel quale il loro rapporto si approfondisce e le tensioni diventano comprensione. Mi è piaciuta molto questa cornice del viaggio, una specie di scusa per raccontare le origini provinciali del padre e per l’autore di spiegarsi quest’uomo che in apparenza è tutto il suo contrario, a partire dal voto, che lui darà a Clinton e il padre a Trump nelle elezioni statunitensi presidenziali del 2016. Mi è piaciuto anche l’approccio umano a un conflitto personale, politico e intergenerazionale: alla fine del viaggio Jamison riesce a comprendere meglio suo padre e le motivazioni che si celano dietro ai suoi comportamenti; è stato un libro che mi ha fatto pensare molto, e che, nonostante mi sia piaciuto e che secondo me è prezioso da molti punti di vista, mi ha lasciato con una certa sensazione di disagio.

Quanto spesso sono i figli queer come l’autore a dover allungare il braccio mentre dall’altra parte i genitori conservatori, e detentori di tutti i privilegi (etero, cis, bianchi) hanno il più semplice compito di stringere la mano che viene loro offerta, senza bisogno di fare grandi sforzi o sbracciarsi? Quando si costruisce un ponte sarebbe bello incontrarsi a metà, mentre vedo più spesso uno sforzo che non è bilanciato da entrambe le parti; questo sicuramente è dovuto al fatto che le persone queer come l’autore sono state costrette a fare un percorso di alfabetizzazione emotiva, terapia, autocoscienza e coscienza sociale per capire perché non sono accettate dalla società nella quale vivono, e che quindi hanno più strumenti e abilità che possono spendere nella costruzione di questo metaforico ponte. Capisco tutto questo a livello logico, ma mi fa infuriare che la persona traumatizzata debba sempre e comunque essere quella che comprende, che lascia perdere, che gioisce di mere briciole. Alla fine del memoir l’autore dice che il padre ha votato per la prima volta per Trump, ma non per la seconda volta, e lo fa presentando questo fatto come se fosse una vincita che ha dell’incredibile. La barra, insomma, è davvero bassa, e l’appianamento delle differenze tra “noi” e “loro” non si può fare davvero quando a sollevare i pesi più grandi è per lo più una delle due parti.

Ceglia, Il corpo che indosso

“Il corpo che indosso” è un romanzo che mi ha incantata. A partire dallo stile riflessivo che si sofferma sui dettagli e così rivela la personalità del protagonista fino ai temi trattati, che sono quelli della crescita, della presa di coscienza della propria identità di genere e orientamento sessuale, oltre che del proprio valore intrinseco come persona.

Tutto inizia quando un Elia undicenne decide di andare a scuola con una maglietta rosa e viene bullizzato per questo; sarà Gio che lo salverà dai bulli e lo porterà all’appartamento dove vive con la nonna Libera, di nome e di fatto. Lì si leccherà le ferite e troverà un luogo dove essere se stesso, oltre che trovare una famiglia che va oltre i legami di sangue e l’amore romantico.

La relazione portante è in apparenza quella Elia-Gio, ma in realtà è quella di Elia con se stesso: lo vediamo crescere e maturare, e liberarsi in modo graduale delle sue insicurezze e paure per diventare l’adulto che ha sempre sognato di poter essere. In fondo, questo romanzo si basa sui rapporti e sui personaggi, ed è scritto talmente bene che alla fine si ha la sensazione di conoscerli intimamente: vederli crescere e affrontare le diverse sfide che la vita lancia loro porta con sé molta emozione, specie sul finale.

Particolarmente importante è l’ambientazione, che gira quasi esclusivamente attorno a un solo luogo, e che ho trovato molto azzeccata: l’appartamento è un luogo pulsante, è il vero cuore del romanzo e diventa così parte integrante dei personaggi e cambia con loro, riflettendo mutamenti interni all’esterno.

Infine, la rappresentazione della queerness, e in particolare dell’identità di genere non binaria del protagonista, “né rosa né blu”, è fatta con rispetto e accuratezza.

Ceglia ha scritto un gioiellino sotto tutti i punti di vista, e non posso che consigliarlo al cento percento.

🇬🇧Zhao, Iron Widow

Iron Widow è un romanzo di fantascienza dall’ambientazione peculiare, con un’unione tra antico e futuristico che sembra strana ma funziona molto bene; in tutto questo i mecha, pilotati da una coppia ying/yang (uomo/donna) sono degli strumenti importanti per la lotta alla sopravvivenza dell’umanità, minacciata da misteriosi alieni. La protagonista, Zetian, mossa da un istinto di vendetta, diventa uno dei piloti più potenti e riesce a svelare alcuni dei terribili segreti che si celano dietro alla lotta e ai mecha.

La storia di Zetian mi ha intrattenuta (alcuni momenti più di altri) nonostante un ritmo un po’ sbilanciato, in cui un finale al cardiopalma e denso di informazioni si contrappone a un secondo atto (il “training montage”) più lento e decisamente meno ricco di eventi. Per quanto riguarda le tematiche, ho trovato un femminismo un po’ di superficie a tratti, specie visto che a volte le azioni e i pensieri privati della protagonista sembrano essere in contrasto con ciò in cui crede; ritengo che la tematica femminista sia stata semplificata, e riassunta in alcune frasi d’effetto all’interno del libro, soprattutto visto il target al quale Iron Widow si riferisce, ovvero quello young adult. Sono curiosa di vedere come sarà trattato nel seguito.

SPOILER DA QUI IN AVANTI

Il libro è stato promosso da diverse persone come una delle poche rappresentazioni corrette del poliamore in narrativa, e capisco perché, visto che si tratta di un triangolo vero, in cui tutte e tre le persone sono coinvolte tra di loro; tuttavia vediamo la relazione svilupparsi nel pieno del suo potenziale solo per qualche istante prima di un grave evento che li separa.

Infine, la rivelazione sui nemici, per quanto sia un classico artificio della narrativa fantascientifica quello di ribaltare le prospettive, è riuscita comunque ad essere per me inaspettata, anche se personalmente l’ho trovata tirata troppo per le lunghe, visto che per tutto il libro si combatte un nemico senza una vera ragione esplicitata oltre che “sono nemici”. Capisco che si sia voluto tenere la grande rivelazione per un finale in grande stile, ma a che costo? Durante la lettura questo è stato un tarlo per me, e mi ha impedito di immergermi completamente in ciò che stava succedendo per via delle domande senza risposta che continuavo a farmi.

🤓🇬🇧💬Bobika, Balls up- a contraceptive journey

Balls up- a contraceptive journey è un saggio sotto forma di fumetto che tratta lo spinoso argomento della contraccezione maschile, argomento che non dovrebbe essere così spinoso, ma lo è per le ragioni che sappiamo (cough cough patriarcato cough cough). Per quanto parli solo di contraccezione in rapporti eterosessuali e cisgender (o, per lo meno, p in v), Bobika riesce a percorrere la storia della contraccezione e cercare alternative a quello che sembra un mondo dedicato solo alle donne o socializzate come tali.

Mi è sembrato un libro valido, nel quale l’autore si fa molte domande e riesce a rispondere anche ad alcune, non soltanto sull’argomento dei modi di contraccezione ma anche sulla mascolinità tossica e sulla virilità, qualsiasi cosa significhi, trattando anche certe questioni da un punto di vista personale e indagando il suo privilegio di uomo etero cis e il suo rapporto con la virilità in una società fallocentrica.

Insomma, l’ho trovato un libro altamente istruttivo, pieno di informazioni utili, dal quale ho imparato molto su un argomento che non conoscevo quasi per nulla. L’autore, inoltre, almeno da questo libro (non conosco il suo background) sembra aver fatto un percorso di decostruzione come alleato e femminista.

Grazie a NetGalley e alla casa editrice per l’opportunità di leggere questa graphic novel in anteprima.

🇬🇧 🤓Costello, Kaszyka, Sounds fake but okay

Partendo dal loro podcast omonimo, Costello e Kaszyca scrivono “Sounds fake but okay” per esplorare lo spettro aroace (aromantico-asessuale) e soprattutto per dimostrare quanto sia utile guardare al mondo, alle relazioni, alla società ecc. con delle lenti viola (ovvero, lenti ace).

Ho trovato questo saggio frizzante e pop: si rivolge alla comunità aroace ma anche alle persone alleate, e tratta i classici argomenti dei quali si parla in quasi ogni saggio sull’argomento (il modello di “split attraction”, attrazione divisa tra romantica, platonica, sessuale ecc.; le relazioni come sono vissute da persone ace, con una deriva sul poliamore; cosa significa vivere in un mondo altamente sessuale e sessualizzato se non provi quel tipo di attrazione, e via dicendo); lo fa nell’ottica che decostruire queste cose non è compito solo delle persone ace, ma è qualcosa che può aiutare anche le persone allo (ovvero le persone che non si identificano nello spettro aroace) a capire meglio, in modo più sano e consapevole, dinamiche e situazioni nelle loro vite.

Ci sono migliori saggi sull’asessualità e aromanticismo? Certamente. Questo, tuttavia, potrebbe essere un buon punto di partenza, un’introduzione all’argomento specialmente per il target al quale pare rivolgersi, ovvero giovani adulti o nuovi adulti (young adult o new adult), e spero riesca nel suo compito di incuriosire e lasciare spazio a un approfondimento più serio.

Nota dolente che poteva essere tranquillamente evitata: citazioni a Harry Potter e la sua autrice. I mean, davvero? In un saggio queer che contiene anche un capitolo sull’identità di genere? Nel 2023?? BAH.

——————————————————————————————————

Grazie di aver letto fin qui, spero di averti fatto scoprire nuovi libri da leggere prossimamente!

Ti ricordo inoltre che puoi iscriverti gratuitamente a questo blog per non perderti i prossimi post: vai nella schermata home, scorri fino in fondo e dovresti trovare uno spazio dove inserire la tua mail e voilà, riceverai i nuovi post tramite posta elettronica. Puoi, ovviamente, disiscriverti in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo. Alla prossima!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...