RACCONTO: GLI AMANTI

Arcani maggiori, Racconti

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Questo racconto fa parte di una serie ispirata agli arcani maggiori. Ogni arcano maggiore mi ha ispirato in modo diverso, qualcuno in modo più letterale, altri per il loro significato più profondo, spaziando tra generi, stili e persone diverse. Buona lettura e non dimenticare di lasciarmi un commento per un feedback!

Immagine tratta dal progetto di Camilla Montemaggi suBehance

In un mondo dove le anime gemelle si riescono a riconoscere anche solo incrociandosi, tu sei sola. Ci sono persone con le quali dividevi un’asettica aula di scuola base che da piccole avevano già tre o quattro connessi, partner per la vita; hanno tentato di spiegartelo negli anni, spinte da un desiderio viscerale di affermazione della propria precoce supremazia o convinte di aiutarti così a capire se fosse già successo quando eri distratta.

Ti hanno detto che non è qualcosa che si può descrivere davvero, ma ci hanno provato comunque per il tuo bene: in città hai più possibilità di successo; se puoi, viaggia ed esplora il più possibile; recati nei luoghi dove la gente si ammassa, ebbra di vita e di amore; così avrai più chance. E quando succederà…te ne accorgerai. Sentirai il tuo cuore che comincia a battere in un ritmo che non è il tuo e saprai. Saprai che si è sincronizzato e connesso con un altro, o altri cuori. E girandoti attorno, come in uno di quei film prima del vaccino A03-MR contro la solitudine, sentirai il tempo che si ferma e tutto attorno a te che perde fuoco tranne le persone alle quali appartengono quei cuori. In un istante saprai che la tua vita ha finalmente acquisito un senso e un ordine naturale. 

Hai sentito questa storiella così tante volte che ormai quando qualcuno attacca a raccontartela stacchi il cervello e lasci che si sbrodolino, loro e quel club nel quale non sei mai riuscita ad entrare, loro e gli sguardi complici che si scambiano. Un tempo ti davano fastidio; non capivi perché tutti avessero qualcuno e tu stessi man mano rimanendo l’unica senza partner nella tua cerchia di conoscenze. I tuoi genitori e i loro altri connessi, preoccupati che a una certa età tu non avessi ancora stabilito un legame, ti hanno iscritta a circoli per i “senza amore”, quelli dove ti obbligano a stare in una stanza piena di gente come te che tenta di mascherare la disperazione presentandosi a più persone possibili e consumando la loro dose annuale di speranza; poi, quando hanno visto che gli incontri non funzionavano, ti hanno voluta mandare in giro per il mondo come ultima risorsa, spendendo anche denaro che non avevano.

Tu hai accettato: hai sempre amato misurare nuove strade con i tuoi passi; non hai trovato connessioni, ma hai mangiato cibi dai sapori sconosciuti e hai guarito parti di te che non pensavi fossero ferite; sei tornata a casa sola com’eri partita ma hai accolto filosofie antiche, hai osservato gente di qualsiasi etnia e cultura vivere le loro vite così uguali e diverse dalla tua; hai sfiorato le pietre di edifici millenari, hai cantato fino a farti venire il mal di gola durante concerti in stadi straripanti e sei scivolata lungo piste da sci ridendo dopo inevitabili scontri con sconosciuti dalle guance rosse; hai preso il sole nuda sulla sabbia bianca senza timore di incrociare gli sguardi delle altre persone spogliate come te dei loro indumenti e di inutili vergogne; hai cenato in alti grattacieli, tamponando il tuo rossetto con tovaglioli candidi tra una portata e l’altra; ti sei asciugata il sudore con la mano mentre facevi il tifo dalla curva per una squadra di cui non avevi mai sentito parlare prima; ti sei infiltrata in parate arcobaleno che celebrano il romanticismo senza limiti, tu che l’amore lo senti per tutto ma che sei chiamata “senza amore”; hai marciato in protesta assieme a persone come te, che rivendicavano la dignità e la felicità rivoluzionaria di una vita senza connessi.

Quando dopo anni di viaggi sei tornata dai tuoi famigliari non più una ragazza ma una donna, loro non ti hanno chiesto come quelle esperienze ti avessero arricchito e cambiata ma hanno scosso la testa nella loro limitatezza, delusi da qualcosa che credevano fosse una mancanza. Non ti sei lasciata influenzare: avevi già capito che non sanno e non possono comprendere; così, quando continueranno a sbrodolarsi tentando di aggiustare qualcosa che non è mai stato rotto, tu terrai stretto ciò che hai imparato e continuerai, rigettando il bisogno di giustificarti, a vivere la tua vita come una “senza amore” che ama con intensità.

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